La Prima Generazione
Gli studi teorici sugli elaboratori elettronici escono dai
laboratori universitari inglesi e americani dove hanno dato
vita a tutta una serie di prototipi isolati identificati dalle sigle
EDSAC (Electronic Delay Storage Automatic Calculator),
MADM (Manchester Automatic Digital MAchine),
UNIVAC (UNIVersal Automativ Computer),
SEAC (Standard Estern Automatic Computer), ecc.,
e cominciando ad interessare anche le industrie.
Dalla fase puramente sperimentale si passa alla produzione
di queste macchine in più esemplari destinati alla vendita
commerciale, inizia così la loro diffusione.
All'inizio degli anni '50 l'IBM diede vita ad una serie di
macchine come il sistema 701, nel 1952, il 650 nel 1953 ed
il 704 nel 1954 che era in grado di registrare un milione
di cifre binarie e di eseguire in un secondo 42.000 addizioni.
Qualcosa viene prodotto anche in Germania, nel 1955 il 2002
della Siemens, e in Francia, il Gamma ET della Bull dal 1956.
Gli elaboratori della prima generazione si basano su tre funzioni
fondamentali che la macchina deve svolgere e che ancora oggi
sono per definizione la base di un processo di elaborazione
di dati: l'immissione delle informazioni, la loro elaborazione,
e l'emissione del risultato della elaborazione.
I dati da utilizzare e le istruzioni necessarie ad eseguire
automaticamente le varie operazioni, espressi sotto forma di
perforazioni su schede, vengono letti dall'unità di immissione
e trasferiti nella memoria interna.
Da qui i dati passano nell'ALU, unità aritmetico logica, dove vengono
eseguite le elaborazioni e i calcoli indicati dalle istruzioni impartite.
I risultati vengono poi inviati all' unità di emissione, che provvede a perforarli
su scheda oppure a stamparli su un foglio di carta.
Mentre nelle macchine meccanografiche tutte le fasi si svolgono separatamente,
con continui interventi manuali e controlli intermedi, nell'elaboratore tutte le
operazioni e tutti i controlli sono effettuati automaticamente, dall'immissione
dei dati fino alla emissione dei risultati.
Il funzionamento dell'elaboratore è infatti guidato da un'apposita unità di
controllo che comprende il significato delle istruzioni impartite, presiede
alla loro esecuzione, ne controlla l'esattezza e regola il movimento dei
dati attraverso le varie parti della macchina.
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